lunedì 28 novembre 2016

APERITIVI LETTERARI/4


Il quinto appuntamento
di questa quarta edizione
è con 

Sabrina Servucci 
 che, con

Punto di conTatto

ci accompagnerà in un'esperienza unica.



Dalle sue parole:
"Dalla struttura di riabilitazione che accoglie subito dopo la rianimazione,
a quelle di lungodegenza dove si è ospiti per sempre,
ho accompagnato persone in viaggi imprevedibili e misteriosi,
testimone di destini insondabili,
ho condiviso emozioni ed esperienze,
ho toccato con mano l'Essenza di ognuno.
...
Ho utilizzato le mani e lo Shiatsu come strumento sensibile
per sentire e consentire vitalità,
per animare un Punto di conTatto.


In questo libro c'è tanta umanità e tanta sofferenza,
tanta gioia e tanta preoccupazione,
tanto entusiasmo e tanti dubbi;
in questo libro insomma, c'è tanta vita,
e la vita sostiene la vita.
(F. Bottalo, scrittore ed esperto shiatsu e medicina cinese)



MERCOLEDI' 30 NOVEMBRE
dalle 18.45
c/o Hostaria del Parco
via regina Margherita 73
BIASSONO - frazione San Giorgio

martedì 22 novembre 2016

APERITIVI LETTERARI/4


Quarto appuntamento
dedicato alla poesia.

Poeti si nasce o si diventa?

In un'unica serata
incontriamo 

Maria Teresa Tedde
e
Luca Giuseppe Tagliabue



IL VOLO DELL'AQUILA

Attraverso una ricerca interiore, alcuni si scoprono a possedere doti inaspettate...è il caso dell'autrice sarda Maria Teresa Tedde.


La poetessa canta la natura, in tutte le sue sfaccettature, la bellezza delle piccole cose, e, attraverso i suoi versi, ecco  l'amicizia, la vita, l'amore.


Dalle sue parole:
"Se sei capace ad amare le tue giornate, la bellezza della natura, degli animali, di un fiore e di ogni incontro umano, allora sì che hai veramente trovato il seme segreto della felicità".



             TUTTA LA SABBIA DELLA MIA CLESSIDRA

Con una successione incalzante di flash-back, l'autore esprime con originalità la sua continua ricerca interiore per dare un senso di adeguatezza alla vita... Ogni domanda genera un'altra domanda come un effetto domino, ed il lettore, rispecchiandosi nelle sue riflessioni, ne condivide parole, emozioni e sentimenti.

Da alcune recensioni:

- Pagine incantevoli che costringono a continuare a leggere...superbo.

- Con linguaggio giovanile e disinvolto, il poeta narra la sua esperienza per capirne il senso.

- Alla ricerca di se stesso e del rapporto con il mondo. Molte emozioni, sentimenti, passioni espresse liberamente.



MERCOLEDI' 23 NOVEMBRE
dalle ore 18.45
c/o il bar Corona, via Manzoni
Biassono


martedì 15 novembre 2016

S. MARTINO: Biassono e l'Unesco festeggiano i 1700 anni dalla nascita del santo di Sabaria Sicca e Tours

Forse senza neppur immaginarlo, Biassono ha festeggiato quest'anno il suo santo patrono inserendosi in un calendario di prestigiose iniziative organizzate in tutt'Europa. Nel 2016 ricorrono infatti i 1700 anni dalla nascita di Martino di Savaria (Pannonia, antica Ungheria), ragion per cui l'Unesco ha invitato le nazioni più legate al santo a proporre nuovi progetti di valorizzazione della sua figura. L'Associazione culturale Gaetano Osculati, dedicando il proprio banchetto al santo durante la fiera patronale di domenica scorsa, si è nel suo piccolo allineata a queste indicazioni: oltre ad aver presentato una breve biografia del santo (qui sotto riprodotta), ha elaborato giochi a tema per bimbi (Colora il Santo, puzzle di S. Martino...), piccole dispense per il pubblico, mettendo anche a disposizione alcune striscette stampate con curiosità sulla sua vita. Ma se allargassimo lo sguardo oltre i confini biassonesi, ritroveremmo molti progetti affascinanti dedicati alla sua figura: la Valle della Loira ha avviato un proprio percorso di pellegrinaggio, integrandolo col circuito più ampio voluto dall'Unione Europea, mentre l'Ungheria ha allestito forse la mostra più approfondita legata a Martino. Persino la città di Utrecht, in Olanda, non ha mancato di omaggiare questa straordinaria figura. E allora godiamo un lungo viaggio insieme che, dalla piccola Biassono, ci porta verso alcuni dei più affascinanti tesori europei.



S. MARTINO DI TOURS  

Martino nacque nel 316 a Sabaria Sicca (odierna Szombathely, in Ungheria) in un avamposto dell'impero romano alle frontiere con la Pannonia. Il padre, tribuno militare della legione, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Ancora bambino si trasferì coi genitori a Pavia, dove suo padre aveva ricevuto un podere in quanto ormai veterano, e in quella città trascorse l'infanzia. A dieci anni fuggì di casa per due giorni che trascorse in una chiesa (probabilmente a Pavia). Nel 331 un editto imperiale obbligò tutti i figli di veterani ad arruolarsi nell'esercito romano. Fu reclutato nelle Scholae imperiali, corpo scelto di 5 000 unità perfettamente equipaggiate: disponeva quindi di un cavallo e di uno schiavo. Fu inviato in Gallia, presso la città di Amiens, nei pressi del confine, e lì passò la maggior parte della sua vita da soldato. Faceva parte, all'interno della guardia imperiale, di truppe non combattenti che garantivano l'ordine pubblico, la protezione della posta imperiale, il trasferimento dei prigionieri o la sicurezza di personaggi importanti.


LA TRADIZIONE DEL TAGLIO DEL MANTELLO

In quanto circitor, eseguiva la ronda di notte e l'ispezione dei posti di guardia, nonché la sorveglianza notturna delle guarnigioni. Durante una di queste ronde avvenne l'episodio che gli cambiò la vita (e che ancora oggi è quello più ricordato e più usato dall'iconografia). Nel rigido inverno del 335 Martino incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare (la clamide bianca della guardia imperiale) e lo condivise con il mendicante. La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Lì Iniziò la seconda parte della sua vita.



LA CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO

Il sogno ebbe un tale impatto su Martino, che egli, già catecumeno, venne battezzato la Pasqua seguente e divenne cristiano. Martino rimase ufficiale dell'esercito per una ventina d'anni raggiungendo il grado di ufficiale nelle alae scolares (un corpo scelto). Giunto all'età di circa quarant'anni, decise di lasciare l'esercito. Lì iniziò la seconda parte della sua vita.

Martino si impegnò nella lotta contro l'eresia ariana, condannata al I concilio di Nicea (325), e venne per questo anche frustato (nella nativa Pannonia) e cacciato, prima dalla Francia, poi da Milano, dove erano stati eletti vescovi ariani. Nel 357 si recò quindi nell'Isola Gallinara ad Albenga in provincia di Savona, dove condusse quattro anni di vita eremitica. Tornato quindi a Poitiers, al rientro del vescovo cattolico, divenne monaco e venne presto seguito da nuovi compagni, fondando uno dei primi monasteri d'occidente, a Ligugé, sotto la protezione del vescovo Ilario.


VESCOVO DI TOURS

Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero loro vescovo, anche se alcuni chierici avanzarono resistenze per il suo aspetto trasandato e le origini plebee. Come vescovo, Martino continuò ad abitare nella sua semplice casa di monaco e proseguì la sua missione di propagatore della fede, creando nel territorio nuove piccole comunità di monaci. Inoltre predicò, battezzò villaggi, abbatté templi, alberi sacri e idoli pagani, dimostrando comunque compassione e misericordia verso chiunque. La sua fama ebbe ampia diffusione nella comunità cristiana dove, oltre ad avere fama di taumaturgo, veniva visto come un uomo dotato di carità, giustizia e sobrietà. Uomo di preghiera e di azione, Martino percorreva personalmente i distretti abitati dai servi agricoltori, dedicando particolare attenzione all'evangelizzazione delle campagne. Nel 375 fondò a Tours un monastero, a poca distanza dalle mura, che divenne, per qualche tempo, la sua residenza. Il monastero, chiamato in latino Maius monasterium (monastero grande), divenne in seguito noto come Marmoutier.

Martino morì l'8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin, dove si era recato per mettere pace tra il clero locale.


IL CULTO

San Martino di Tours viene ricordato l'11 novembre, sebbene questa non sia la data della sua morte, ma quella della sua sepoltura. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l'Occidente, grazie alla sua popolare fama di santità e al numero notevole di cristiani che portavano il nome di Martino.


La basilica a lui dedicata in Tours, l'edificio religioso francese più grande di quei tempi, fu tradizionale meta di pellegrinaggi medievali. Nel 1562, in seguito alle lotte di religione che insanguinarono la Francia, fu messa al sacco dai protestanti e le sue spoglie date alle fiamme, tanto era il suo richiamo simbolico. Durante il periodo della rivoluzione francese la basilica fu demolita quasi completamente; rimasero due torri, ancora oggi visibili. Nel 1884 fu progettata una nuova basilica che fu consacrata nel 1925.

Molte chiese in Europa sono dedicate a san Martino. Tra queste Lucca e Belluno hanno dedicato a San Martino la propria Cattedrale.



LO SAPEVI CHE...   O FORSE NON TUTTI SANNO CHE...


L'undici novembre i bambini delle Fiandre e delle aree cattoliche della Germania e dell'Austria, nonché dell'Alto Adige, partecipano a una processione di lanterne, ricordando la fiaccolata in barca che accompagnò il corpo del santo a Tours.

Il cibo tradizionale di questo giorno è l'oca. Secondo la leggenda, Martino era riluttante a diventare vescovo, motivo per cui si nascose in una stalla piena di oche; il rumore fatto da queste rivelò però il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando.

Nel comune abruzzese di Scanno , in onore del santo si accendono grandi fuochi detti “glorie di San Martino” e le contrade si sfidano a chi fa il fuoco più alto e durevole.

In molte regioni d'Italia, l'undici novembre è associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio “A San Martino ogni mosto diventa vino”) ed è occasione di ritrovo e festeggiamenti dove si brinda stappando il vino appena maturato accompagnato da castagne e caldarroste.


Nel nord Italia, specialmente nelle zone agricole, fino a non molti anni fa tutti i contratti (di lavoro, ma anche di affitto,mezzadria ) avevano inizio e fine l'11 novembre, data scelta in quanto i lavori nei campi erano già terminati senza però che fosse ancora arrivato l'inverno. Per questo, scaduti i contratti, che aveva una casa in uso la doveva lasciare proprio l'11 novembre e non era inusuale, in quei giorni, imbattersi in carri strapieni di masserizia che si spostavano sa un podere all'altro, facendo “San Martino”, nome popolare, proprio per questo motivo, del trasloco. Ancora oggi in molti dialetti e modi di dire del nord “fare San Martino” mantiene il significato di trasloco.


Carlo Verri, a cui è dedicato il nostro museo civico e fratello del più celebre “filosofo” Pietro, fu un grande amante e studioso dell'arte, lui stesso si cimentò in qualità di pittore. Nel 1778, come ci rivela una lettera di Pietro all'altro fratello Alessandro, dipinse un quadro dedicato a S. Martino, destinato alla chiesa parrocchiale di Biassono, ma che poi su volontà e desiderio del nipote Gabriele, fu trasferito ad Ornago nel santuario della Beata Vergine del Lazzaretto, dove è esposto tutt'oggi. 


Tra il 1312 e il 1318 il pittore Simone Martini affrescò la cappella a lui dedicata nella Basilica inferiore ad Assisi con dieci episodi della vita del santo.


In Italia san Martino è considerato patrono dell'arma di fanteria dell'esercito e di ben 143 comuni e frazioni italiani, di cui ben 43 nella sola Lombardia.


Quasi 500 paesi (Saint-Martin, Martigny…) e quasi 4000 parrocchie in territorio francese portano il suo nome.
I re merovingi e poi carolingi custodivano nel loro oratorio privato il mantello di san Martino, chiamato cappella. Tale reliquia accompagnava i combattenti in guerra e in tempo di pace, sulla «cappa» di san Martino, si prestavano i giuramenti più solenni. Il termine cappella, usato dapprima per designare l’oratorio reale, sarà poi applicato a tutti gli oratori del mondo.



















venerdì 11 novembre 2016

SAN MARTINO



L'undici novembre la chiesa celebra
S. Martino
patrono del nostro Comune



Ma, quanto si conosce San Martino?

Domenica 13 novembre
nei giardini di Villa Verri
in occasione della consueta fiera
a lui dedicata,
al gazebo della nostra associazione,
si potrà approfondire la sua storia
e scoprire piccole curiosità legate alla sua figura.


Grandi e piccini
Vi aspettiamo!



Un'esempio?
Il quadro qui riprodotto ha un legame particolare con Biassono...


domenica 6 novembre 2016

APERITIVI LETTERARI/4


Per il secondo appuntamento della rassegna
incontriamo 

CLAUDIA RYAN

scrittrice, giornalista ed insegnante 
di storia dell'arte in un liceo brianzolo, 
l'autrice lariana ci racconterà del suo nuovo lavoro letterario:

HANA LA YAZIDA
l'Inferno è sulla Terra

Una storia coinvolgente e commovente,
che mette in luce le sofferenze e le speranze delle donne
 e della popolazione yazida.



Un reportage crudo e realistico della situazione femminile
in quelle terre martoriate dalla guerra
 e dal terrore dell'ISIS


La scrittura accurata e scorrevole della Ryan,
come già accaduto nei suoi lavori precedenti,
permette al lettore di entrare nel racconto,
portandolo al suo coinvolgimento totale, 
quasi a vivere lui stesso la storia.


MERCOLEDI' 9 NOVEMBRE
dalle 18,45
c/o LA VINERIA dell'Isola
via IV Marie, 8
Biassono