OSCULATI UN VIAGGIO NEL TEMPO
Ma torniamo al Mondiale di F1 che, di sicuro, avrà un «sapore»
diverso per il monzese Rinaldo Osculati che, a Brasilia, farà una sorta di
viaggio a ritroso nel tempo, sulle tracce, datate cinque generazioni fa, di un
suo antenato, Gaetano Osculati (San Giorgio al
Lambro, 28 ottobre
1808 - Milano, 14 marzo 1894), divenuto famoso nel mondo come esploratore,
cartografo e botanico. Conoscitore ed esploratore delle
Americhe, fu il primo italiano ad attraversare tutta l'Amazzonia e proprio per quello venne
soprannominato Il Marco Polo del Brasile. Dopo aver visitato già mezzo mondo, e
qualcosa in più, Gaetano Osculati fece il primo viaggio in Sudamerica nel 1834,
ma, Transamazzonica a parte, la sua più importante e ardita impresa resta
quella che lo vide partire dall'Ecuador
e raggiungere le coste dell'Oceano Pacifico
scendendo il Rio Napo, un
affluente del Rio delle Amazzoni che i conquistatori spagnoli avevano scoperto
tra il 1540 e il 1541. Il viaggio proseguì poi lungo il Rio delle Amazzoni
sino all'Oceano Atlantico.
«Ardita, anzi temeraria impresa - scrisse nelle sue memorie -, superiore di
troppo alle forze dell’individuo, perché oltre che l’esplorazione di regioni
inospiti e quasi del tutto sconosciute, si dovevano incontrare tribù indiane
ritenute tra le più crudeli e selvagge, sempre in guerra tra loro, aborrenti da
qualsiasi arte della civiltà, date alcune all’antropofagia, celebri soltanto
nella scienza di filtrare veleni e di massacrare nemici». Nonostante queste
traversie, Osculati riuscì a portare a termine la sua più grande impresa,
«nutrendosi di frutta e carni di tapiri e di scimmie appena rosolate». Da quel
viaggio (1846-1848) portò in patria una mole
impressionante di notizie e raccolte di reperti etnografici ed entomologici che
affidò anche ai musei italiani. Durante la permanenza con gli indigeni, scoprì che alcune piante
medicinali e officinali, come la cinchona,
allontanavano la malaria, riportando
queste notizie all'ambiente scientifico. Molte delle scoperte di Gaetano
finirono nel Museo della scienza e della tecnologia di Milano, dove rimasero
fino all’agosto del 1943, quando il Museo fu sepolto in un bombardamento. Per
Rinni Osculati, un motivo in più per sperare di far bene sulle acque del Lago
Paranoà: «Sono così orgoglioso di essere sulle orme di Gaetano, un uomo che mi
sento di poter quasi di conoscere personalmente, visto che, in famiglia, è
stato nominato spesso; ho sentito parlare di lui sin da quando ero ragazzino.
Lo "vedo” e lo sento come se fosse un grande zio e, anche se potrà
sembrare una cosa semplice, cercherò di onorare questo grande uomo mettendo un
adesivo sulla mia barca in memoria dei suoi viaggi. Per ricordarlo
ulteriormente, con me porterò anche una copia di un suo libro (Explorations in
America equatoriale), scritto nel 1854, che regalerò ai rappresentanti
brasiliani che hanno curato l'organizzazione di questo Gran Premio di
Brasilia».