Seconda serata:
L'ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA
(Pompei)
ARCHEOLOGIA
[sec. XVIII; archeo-+-logia]. Studio dell'antichità e, in senso più
specifico, scienza che ha per fine la ricostruzione delle antiche
civiltà per mezzo degli scavi e dello studio di monumenti, oggetti,
iscrizioni.
Origine
ed evoluzione
Inteso
da Platone nel significato di storia delle origini di un popolo o di
una città, ritornato in voga nel sec. XVII a indicare lo studio di
tutti i documenti antichi, limitato dal sec. XIX ai monumenti non
letterari, il termine archeologia indica la scienza che studia le
testimonianze storiche di culture e civiltà – nonché di
insediamenti o giacimenti, terrestri e subacquei – conosciute o
conoscibili prevalentemente attraverso la scoperta di resti
materiali.
Il primo archeologo, inteso come ricercatore di monumenti antichi, può considerarsi Ciriaco de' Pizzicolli (viaggi in Grecia tra il 1412 e il 1448), mentre J. J. Winckelmann diede per primo un'interpretazione artistica, oltre che storica, dei monumenti dell'archeologia classica (Geschichte der Kunst des Altertums, 1764; Storia dell'arte dell'antichità). Nel sec. XIX si accentuò l'interesse degli studiosi verso le opere di arte figurativa, con particolare riguardo ai capolavori dei grandi maestri (A. Furtwängler). Nel sec. XX le due discipline, dell'archeologia e della storia dell'arte antica, si completano a vicenda, elaborando un'interpretazione storica dei vari periodi delle culture esaminate. Per condurre le sue indagini l'archeologia contemporanea si avvale di numerose altre discipline, come la filologia (per la conoscenza delle fonti), la topografia, l'epigrafia, la numismatica e, dagli ultimi decenni del sec. XX, anche della tecnologia moderna in relazione agli scavi.
Esplorazioni
Le
prime esplorazioni archeologiche iniziarono a Roma (nel Foro Romano,
alle Terme di Caracalla, nella Villa Adriana) per rispondere alle
esigenze intellettuali dell'Umanesimo. Dopo un periodo di relativa
stasi i Borbone di Napoli iniziarono scavi sistematici a Ercolano
(1709-11; 1738-65), a Pompei (ininterrotti dal 1748), a Stabia
(1759-82) con la conseguente scoperta della pittura pompeiana. I
Farnese intrapresero scavi sul Palatino (1720-29) e i Borbone di
Parma a Velleia (dal 1760). Altri scavi a Roma, in alcune località
del Lazio (Villa Adriana, Ostia) e dell'Italia settentrionale ebbero
particolare impulso alla fine del secolo e soprattutto nel periodo
napoleonico. Nel sec. XIX proseguirono gli scavi di città e
monumenti romani e si rese possibile la conoscenza diretta della
civiltà etrusca con gli scavi nelle necropoli di Vulci, Tarquinia,
Cerveteri, Palestrina. Alla
fine del secolo, dopo la costituzione di un'apposita Direzione
Generale del Ministero della Pubblica Istruzione, si intensificarono
gli scavi in tutta Italia e si ebbe un primo contatto con l'arte
della Magna Grecia. Vennero sistemati alcuni tra i maggiori musei
archeologici del mondo, come il Museo Borbonico, oggi Nazionale, a
Napoli, il British Museum a Londra, i Musei Nazionali di Atene e Roma
(il Louvre era stato aperto nel 1793). Grandi scoperte si ebbero in
Grecia e in Oriente, anche per il trasferimento a Londra (1800-07),
da parte di Thomas Bruce conte di Elgin, dei marmi del Partenone.
Nel
1833 i Greci iniziarono l'esplorazione archeologica dell'Acropoli di
Atene. Negli ultimi decenni del secolo iniziarono le grandi imprese
archeologiche ufficiali, il cui scopo non fu più l'acquisizione di
opere d'arte ma lo studio dell'antica civiltà greca; importanti sono
state soprattutto quelle dei Tedeschi a Olimpia (dal 1878) e dei
Francesi a Delo (dal 1879) e a Delfi (dal 1880), mentre i Greci
scavavano Epidauro (1881) e scoprivano sotto la “colmata persiana”
dell'Acropoli un grandioso complesso di opere del periodo arcaico
(1885-91). In Asia Minore gli Inglesi e poi gli Austriaci scavarono a
Efeso (dal 1869), i Tedeschi a Magnesia al Meandro (dal 1891), a
Priene (dal 1895), a Mileto (dal 1899) e a Pergamo (dal 1878),
portando la grande ara negli Staatliche Museen di Berlino (sezione
del Pergamonmuseum). In Crimea i Russi scavarono le città
greco-scitiche, arricchendo il Museo dell'Ermitage di oreficerie
preziosissime. Negli stessi decenni gli scavi di un geniale
dilettante, H. Schliemann, a Troia (dal 1871), a Micene (dal 1874) e
a Tirinto (dal 1884) portarono alla luce le testimonianze di quel
periodo preellenico che dopo le scoperte di sir A. Evans a Cnosso
(1900) è stato definito come civiltà cretese-micenea.
Nell'Asia
anteriore, dopo gli scavi assiri di P.-E. Botta a Khorsabad (1843-46)
e di A. H. Layard a Nimrūd (1849-51), le scoperte di Tello (dal
1866), di Nippur (dal 1888), di Babilonia (dal 1898) posero in luce
l'antico mondo sumerico e accadico. Alla fine del secolo gli scavi di
Baalbek e Palmira documentarono la civiltà romana d'Oriente. In
Egitto le scoperte archeologiche cominciarono con la spedizione di
Napoleone (1798-1801) e la scoperta della stele trilingue di Rosetta
(1799) e continuarono con la missione franco-italiana di Champollion
e Rosellini (1828-30) e quella tedesca di Lepsius (1842-45). Nel
sec. XX la continuazione delle imprese precedenti e l'apertura di
nuovi campi di scavo in tutti i Paesi d'Europa, in Asia e in Africa
hanno avuto soprattutto lo scopo di ottenere una visione generale e
organica, dal punto di vista storico, dei dati offerti dalle singole
scoperte, con l'ausilio di nuovi metodi di ricerca; si svilupparono
in tutto il mondo gli scavi preistorici e, in America, lo studio
dell'archeologia precolombiana.
Nel
mondo greco hanno continuato a operare congiuntamente Greci e
stranieri.
In
Oriente gli scavi si estesero alla Palestina, alla Mesopotamia
(TellHalaf, Uruk e Ur, dove studiosi angloamericani posero in luce
l'arte sumerica primitiva), in Persia (Susa, Persepoli), nella valle
dell'Indo (civiltà di Mohenjo-Daro e di Harappa), in Libano (Biblo)
e in Siria (Ras Shamra, l'antica Ugarit), nell'Asia Minore (Bögazköy,
Kültepe e altri centri ittiti).
Gli
scavi francesi a Bēgram nell'Afghanistan e quelli sovietici nei
tumuli (kurgan) dell'Altaj ampliarono le conoscenze delle civiltà
iraniche; quelli americani di Dura Europos e le scoperte di
Antiochia, Apamea, Damasco illustrarono la civiltà romana in quelle
regioni orientali. In Egitto continuò l'esplorazione delle necropoli
(Saqqāra, el-Giza) e si ebbe la fortunata scoperta della tomba di
Tutankhamon (1922). Tra
le più straordinarie scoperte del secolo, quella della città di
Ebla (Siria, III millennio a. C.), riportata alla luce da una
missione archeologica dell'Università di Roma, e i moltissimi
reperti archeologici della Cina (famosissimo l'“esercito di
terracotta” di Sian).
Quanto
all'Italia, le esplorazioni archeologiche investirono tutto il
territorio nazionale. A Roma continuavano gli scavi al Foro Romano e
al Palatino (Boni, Bartoli), si liberavano i Fori Imperiali e
l'Augusteo, si recuperava l'Ara Pacis, si dava un particolare impulso
agli scavi di Ostia (Calza). In Campania continuavano gli scavi di
Pompei (Maiuri) e si riprendevano quelli sistematici di Ercolano
(1927). In Etruria particolare importanza ebbero gli scavi di Veio e
Tarquinia, nell'Italia settentrionale quelli di Aquileia e della
necropoli di Spina. Negli ultimi decenni del sec. XX si sono
intensificate in tutta Italia le ricerche archeologiche:
particolarmente eclatanti i risultati della ripresa degli scavi nel
centro stesso di Roma, e in Etruria (da Cerveteri a Tarquinia, a
Bolsena, a Orvieto, a Volterra, ecc.), in Magna Grecia (Napoli,
Velia, Sibari, Crotone, Policoro, Metaponto, i centri del Salento,
ecc.), nella Sicilia greca (Selinunte, Megara, Camarina, Siracusa,
ecc.) e pregreca (Mozia, i centri fortificati dell'interno), in
Sardegna (Tharros, Nora, Monte Sirai, ecc.), ma anche in
numerosissimi altri centri dell'Italia centrale e settentrionale.
La
ricerca archeologica: lo scavo
Per
la ricerca di nuovi dati sul campo, l'archeologia si avvale
soprattutto di scavi stratigrafici, secondo tecniche mutuate dalla
geologia, ed elaborate sin dagli anni Trenta del sec. XX in scavi
dell'Europa settentrionale e poi, con R. E. M. Wheeler e F. C.
Kenyon, in Oriente. Adottati ormai universalmente, per la maggior
quantità e qualità di informazioni che forniscono, essi si basano
sull'individuazione delle diverse unità stratigrafiche, ciascuna
dovuta a un'unitaria azione naturale o umana, e delle relazioni
fisiche tra esse intercorrenti. Fasi essenziali di uno scavo
stratigrafico sono: l'impostazione; la documentazione il più
possibile completa, con schede, piante, grafici, riprese
fotografiche, ecc.; l'elaborazione dei dati, sovente con l'ausilio di
altre scienze, e la loro pubblicazione.
L'ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA
con
Carla Pirovano
LUNEDI' 27 FEBBRAIO
h. 21.00
c/o Karma Caffe
(villa Monguzzi)
via Cesana e Villa 34 Biassono
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