giovedì 23 febbraio 2017

I LUNEDI' DELL'ESPLORATORE


Seconda serata:

L'ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA

                                                                            (Pompei)


ARCHEOLOGIA

[sec. XVIII; archeo-+-logia]. Studio dell'antichità e, in senso più specifico, scienza che ha per fine la ricostruzione delle antiche civiltà per mezzo degli scavi e dello studio di monumenti, oggetti, iscrizioni.

Origine ed evoluzione

Inteso da Platone nel significato di storia delle origini di un popolo o di una città, ritornato in voga nel sec. XVII a indicare lo studio di tutti i documenti antichi, limitato dal sec. XIX ai monumenti non letterari, il termine archeologia indica la scienza che studia le testimonianze storiche di culture e civiltà – nonché di insediamenti o giacimenti, terrestri e subacquei – conosciute o conoscibili prevalentemente attraverso la scoperta di resti materiali. 


Il primo archeologo, inteso come ricercatore di monumenti antichi, può considerarsi Ciriaco de' Pizzicolli (viaggi in Grecia tra il 1412 e il 1448), mentre J. J. Winckelmann diede per primo un'interpretazione artistica, oltre che storica, dei monumenti dell'archeologia classica (Geschichte der Kunst des Altertums, 1764; Storia dell'arte dell'antichità). Nel sec. XIX si accentuò l'interesse degli studiosi verso le opere di arte figurativa, con particolare riguardo ai capolavori dei grandi maestri (A. Furtwängler). Nel sec. XX le due discipline, dell'archeologia e della storia dell'arte antica, si completano a vicenda, elaborando un'interpretazione storica dei vari periodi delle culture esaminate. Per condurre le sue indagini l'archeologia contemporanea si avvale di numerose altre discipline, come la filologia (per la conoscenza delle fonti), la topografia, l'epigrafia, la numismatica e, dagli ultimi decenni del sec. XX, anche della tecnologia moderna in relazione agli scavi.

Esplorazioni

Le prime esplorazioni archeologiche iniziarono a Roma (nel Foro Romano, alle Terme di Caracalla, nella Villa Adriana) per rispondere alle esigenze intellettuali dell'Umanesimo. Dopo un periodo di relativa stasi i Borbone di Napoli iniziarono scavi sistematici a Ercolano (1709-11; 1738-65), a Pompei (ininterrotti dal 1748), a Stabia (1759-82) con la conseguente scoperta della pittura pompeiana. I Farnese intrapresero scavi sul Palatino (1720-29) e i Borbone di Parma a Velleia (dal 1760). Altri scavi a Roma, in alcune località del Lazio (Villa Adriana, Ostia) e dell'Italia settentrionale ebbero particolare impulso alla fine del secolo e soprattutto nel periodo napoleonico. Nel sec. XIX proseguirono gli scavi di città e monumenti romani e si rese possibile la conoscenza diretta della civiltà etrusca con gli scavi nelle necropoli di Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Palestrina. Alla fine del secolo, dopo la costituzione di un'apposita Direzione Generale del Ministero della Pubblica Istruzione, si intensificarono gli scavi in tutta Italia e si ebbe un primo contatto con l'arte della Magna Grecia. Vennero sistemati alcuni tra i maggiori musei archeologici del mondo, come il Museo Borbonico, oggi Nazionale, a Napoli, il British Museum a Londra, i Musei Nazionali di Atene e Roma (il Louvre era stato aperto nel 1793). Grandi scoperte si ebbero in Grecia e in Oriente, anche per il trasferimento a Londra (1800-07), da parte di Thomas Bruce conte di Elgin, dei marmi del Partenone.


Nel 1833 i Greci iniziarono l'esplorazione archeologica dell'Acropoli di Atene. Negli ultimi decenni del secolo iniziarono le grandi imprese archeologiche ufficiali, il cui scopo non fu più l'acquisizione di opere d'arte ma lo studio dell'antica civiltà greca; importanti sono state soprattutto quelle dei Tedeschi a Olimpia (dal 1878) e dei Francesi a Delo (dal 1879) e a Delfi (dal 1880), mentre i Greci scavavano Epidauro (1881) e scoprivano sotto la “colmata persiana” dell'Acropoli un grandioso complesso di opere del periodo arcaico (1885-91). In Asia Minore gli Inglesi e poi gli Austriaci scavarono a Efeso (dal 1869), i Tedeschi a Magnesia al Meandro (dal 1891), a Priene (dal 1895), a Mileto (dal 1899) e a Pergamo (dal 1878), portando la grande ara negli Staatliche Museen di Berlino (sezione del Pergamonmuseum). In Crimea i Russi scavarono le città greco-scitiche, arricchendo il Museo dell'Ermitage di oreficerie preziosissime. Negli stessi decenni gli scavi di un geniale dilettante, H. Schliemann, a Troia (dal 1871), a Micene (dal 1874) e a Tirinto (dal 1884) portarono alla luce le testimonianze di quel periodo preellenico che dopo le scoperte di sir A. Evans a Cnosso (1900) è stato definito come civiltà cretese-micenea.

Nell'Asia anteriore, dopo gli scavi assiri di P.-E. Botta a Khorsabad (1843-46) e di A. H. Layard a Nimrūd (1849-51), le scoperte di Tello (dal 1866), di Nippur (dal 1888), di Babilonia (dal 1898) posero in luce l'antico mondo sumerico e accadico. Alla fine del secolo gli scavi di Baalbek e Palmira documentarono la civiltà romana d'Oriente. In Egitto le scoperte archeologiche cominciarono con la spedizione di Napoleone (1798-1801) e la scoperta della stele trilingue di Rosetta (1799) e continuarono con la missione franco-italiana di Champollion e Rosellini (1828-30) e quella tedesca di Lepsius (1842-45). Nel sec. XX la continuazione delle imprese precedenti e l'apertura di nuovi campi di scavo in tutti i Paesi d'Europa, in Asia e in Africa hanno avuto soprattutto lo scopo di ottenere una visione generale e organica, dal punto di vista storico, dei dati offerti dalle singole scoperte, con l'ausilio di nuovi metodi di ricerca; si svilupparono in tutto il mondo gli scavi preistorici e, in America, lo studio dell'archeologia precolombiana.
Nel mondo greco hanno continuato a operare congiuntamente Greci e stranieri.
In Oriente gli scavi si estesero alla Palestina, alla Mesopotamia (TellHalaf, Uruk e Ur, dove studiosi angloamericani posero in luce l'arte sumerica primitiva), in Persia (Susa, Persepoli), nella valle dell'Indo (civiltà di Mohenjo-Daro e di Harappa), in Libano (Biblo) e in Siria (Ras Shamra, l'antica Ugarit), nell'Asia Minore (Bögazköy, Kültepe e altri centri ittiti).

Gli scavi francesi a Bēgram nell'Afghanistan e quelli sovietici nei tumuli (kurgan) dell'Altaj ampliarono le conoscenze delle civiltà iraniche; quelli americani di Dura Europos e le scoperte di Antiochia, Apamea, Damasco illustrarono la civiltà romana in quelle regioni orientali. In Egitto continuò l'esplorazione delle necropoli (Saqqāra, el-Giza) e si ebbe la fortunata scoperta della tomba di Tutankhamon (1922). Tra le più straordinarie scoperte del secolo, quella della città di Ebla (Siria, III millennio a. C.), riportata alla luce da una missione archeologica dell'Università di Roma, e i moltissimi reperti archeologici della Cina (famosissimo l'“esercito di terracotta” di Sian).

Quanto all'Italia, le esplorazioni archeologiche investirono tutto il territorio nazionale. A Roma continuavano gli scavi al Foro Romano e al Palatino (Boni, Bartoli), si liberavano i Fori Imperiali e l'Augusteo, si recuperava l'Ara Pacis, si dava un particolare impulso agli scavi di Ostia (Calza). In Campania continuavano gli scavi di Pompei (Maiuri) e si riprendevano quelli sistematici di Ercolano (1927). In Etruria particolare importanza ebbero gli scavi di Veio e Tarquinia, nell'Italia settentrionale quelli di Aquileia e della necropoli di Spina. Negli ultimi decenni del sec. XX si sono intensificate in tutta Italia le ricerche archeologiche: particolarmente eclatanti i risultati della ripresa degli scavi nel centro stesso di Roma, e in Etruria (da Cerveteri a Tarquinia, a Bolsena, a Orvieto, a Volterra, ecc.), in Magna Grecia (Napoli, Velia, Sibari, Crotone, Policoro, Metaponto, i centri del Salento, ecc.), nella Sicilia greca (Selinunte, Megara, Camarina, Siracusa, ecc.) e pregreca (Mozia, i centri fortificati dell'interno), in Sardegna (Tharros, Nora, Monte Sirai, ecc.), ma anche in numerosissimi altri centri dell'Italia centrale e settentrionale.

La ricerca archeologica: lo scavo

Per la ricerca di nuovi dati sul campo, l'archeologia si avvale soprattutto di scavi stratigrafici, secondo tecniche mutuate dalla geologia, ed elaborate sin dagli anni Trenta del sec. XX in scavi dell'Europa settentrionale e poi, con R. E. M. Wheeler e F. C. Kenyon, in Oriente. Adottati ormai universalmente, per la maggior quantità e qualità di informazioni che forniscono, essi si basano sull'individuazione delle diverse unità stratigrafiche, ciascuna dovuta a un'unitaria azione naturale o umana, e delle relazioni fisiche tra esse intercorrenti. Fasi essenziali di uno scavo stratigrafico sono: l'impostazione; la documentazione il più possibile completa, con schede, piante, grafici, riprese fotografiche, ecc.; l'elaborazione dei dati, sovente con l'ausilio di altre scienze, e la loro pubblicazione.



L'ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA
con 
Carla Pirovano

LUNEDI' 27 FEBBRAIO
h. 21.00

c/o Karma Caffe
(villa Monguzzi)
via Cesana e Villa 34 Biassono


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